Luigi Denza compose funiculì funiculà nel 1880 in occasione della gara canora della Piedigrotta e questo brano inaugurò l’epoca d’oro della canzone napoletana, che proprio in quel periodo arrivò a piena maturazione sia sul piano commerciale che su quello formale (processo avviatosi agli inizi dell’Ottocento).
Curiosità
L’impresa londinese Thomas Cook & Son commissionò a Luigi Denza e al giornalista Peppino Turco la realizzazione di uno spot pubblicitario cantato per incentivare l’uso di una nuova funicolare diretta al Vesuvio che all’epoca fu fortemente denigrata dall’opinione pubblica in quanto ritenuta uno scempio del paesaggio naturale.
Un pò di analisi
Funiculì funiculà inizia con un’intervallo di quarta giusta. Il primo suono è in levare e il secondo in battere e la melodia segue un profilo melodico discendente fino ad un momento di riposo concentrando la sua massima energia sulla prima parola: Aisséra (prima parola della prima strofa dopo il ritornello).
Il ritornello è costruito sulle parole jammo, jammo, ‘ncoppa jammo ja’ seguite dallo slogan Funiculì funiculà, vera invenzione sonora e al contempo efficace messaggio pubblicitario che trova applicazione concreta grazie al compositore Luigi Denza, che riesce nel suo intento adottando brevi motivi ripetuti e una melodia dal profilo ascendente che insinua l’idea della salita verso la cima del Vesuvio: infatti il suono più acuto è collocato in coincidenza della parola ‘ncoppa (che significa appunto in cima).
Questo brano, i cui elementi poetici e musicali sono stati amalgamati con sapienza, è stato successivamente ripreso da diversi compositori europei: Rimskij-Korsakov e Richard Struss lo inseriscono in opere musicali ispirate all’Italia, segno questo che la canzone napoletana già all’epoca rappresentava il simbolo della melodia nazionale.
Anche Arnold Schoemberg nel 1921 realizzò una trascrizione del brano per un piccolo ensemble strumentale.
Bibliografia
P. Scialò, Storia della canzone napoletana, vol. I, Neri Pozza Editore, Vicenza, 2017
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